THE VILLAGE – Arte Gioco e Formazione #01

2011_11_26 Arte Gioco e Formazione #01

Uno degli obiettivi fondamentali del progetto The Village è la realizzazione di eventi che coinvolgano le comunità sociali e le organizzazioni in performance collettive di narrazione, gioco, formazione e arte contemporanea.

In questo caso il villaggio viene letteralmente costruito insieme ai partner e agli ospiti del progetto in modo da ospitare la comunità di riferimento in un luogo simbolicamente significativo per il contesto territoriale.

Gli ambienti vengono progettati e ideati per ospitare le varie aree tra cui: i laboratori didattici e di gioco, le installazioni artistiche dei collettivi che partecipano al progetto e la piazza principale del villaggio in cui si svolge la performance di narrazione.

Questo è il resoconto in video della performance di lancio del progetto realizzata a Trieste il 26 novembre 2011 presso il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima.
Dof e Itaca, attraverso una rete di partnership in costante crescita, si pongono l’obiettivo di portare The Village in molte altre città nei prossimi anni.

Intervista a Federica Manzon

Intervista a Federica Manzon

Federica Manzon, giovane scrittrice finalista del premio Campiello, ha scelto di giocare, nell’evento del 26 novembre, la carta del Mercante-Esploratore e, con grande generosità, ha portato nel villaggio un racconto originale che ha colpito molto il pubblico.

Nell’intervista, ha spiegato il motivo per cui ha scelto proprio questa carta. Ogni volta che scrivi – ci ha detto – fai il viaggio del Mercante: “La cosa forse più bella dello scrivere non è tanto l’oggetto libro che hai alla fine, ma è quanto l’idea di scrivere un libro ti spinge a esplorare qualcosa che non conosci, che non sai”.
Ecco emergere quindi questa figura di scrittore che è come un esploratore di mondi, alla ricerca costante di sguardi nuovi sulle cose e sulle persone. Un esploratore, però, che non si perde nel suo viaggio di scoperta, ma che si ricorda di far ritorno al villaggio per condividere con gli altri abitanti quello che trovato: “L’importanza delle storie è proprio quella di portare una parte che non conosci, quel fuori che c’è al di fuori del villaggio e che il villaggio non può conoscere”.

Intervista a Maria Sole Mansutti

Intervista a Maria Sole Mansutti

Il 26 novembre, l’attrice Maria Sole Mansutti ha “spiazzato” il pubblico in sala interpretando per un momento una giovane donna che è stata rinchiusa per anni e con dolore nel manicomio di S. Giovanni di Trieste. La carta che ha scelto di interpretare è quella del Folle, di cui dice di aver apprezzato soprattutto due cose. La prima è “la qualità del folle nel sembrare quello che è e dire quello che pensa”. Un folle, quindi, che irrompe nel villaggio e scombina le carte. “Getta la maschera” comunicando ciò che è senza filtri e, nel farlo, scopre le maschere degli altri abitanti, che in lui si rispecchiano e si interrogano su chi sono loro.

E poi, continua Maria Sole, il folle ha un’altra grande fortuna, che è quella di essere una persona che, a differenza delle altre, continua ad avere un canale di comunicazione fra mente e corpo che rimane sempre aperto, anche se fa fatica a gestirlo. Qualità che, in realtà, potrebbe essere l’unica via possibile per trovare un equilibrio, come sanno bene gli attori, che proprio sul recupero di questa questa comunicazione lavorano.

Intervista a Mike Sponza

Intervista a Mike Sponza

Non poteva che essere la musica protagonista della partecipazione di Mike Sponza al “sabato del villaggio” del 26 novembre scorso. Musicista, bluesman e attivo animatore di network musicali, Sponza ha scelto di giocarsi la carta dell’Agricoltore perché ritiene, come spiega nell’intervista, che occorra “avvicinarsi, nei processi di crescita personale, a quella che può essere un’esperienza del mondo dell’agricoltore, cioè non avere fretta, seminare le cose giuste al momento giusto”. Questo, continua, è strettamente legato al tema delle competenze perché “in un mondo in cui c’è molta tuttologia, in realtà bisogna andare a cercare il particolare, dove ognuno di noi sviluppa 1, 2, 3, una serie di competenze e non si inventa le cose all’ultimo momento”.

Alla domanda su cosa potrebbe consigliare il Mike Sponza “agricoltore” al Mike Sponza musicista, il nostro risponde: “Stai calmo, fai quello che devi fare, prima o poi qualcosa cresce!”

Tempismo, pazienza, preparazione e cura. Non c’è che dire, abbiamo trovato l’incarnazione perfetta dell’Agricoltore!

Intervista a Roberto Cosolini

Intervista a Roberto Cosolini

All’evento di presentazione di The Village, che si è tenuto il 26 novembre a Trieste, le figure del villaggio prendono vita attraverso il racconto in prima persona di personaggi provenienti da mondi molto diversi. Fra questi, anche il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, per un giorno sindaco del villaggio. Ovviamente, la carta che ha scelto di raccontare è quella del Capo del villaggio.

Da buon “capo del villaggio”, il sindaco Cosolini spiega che ogni ruolo è importante, in quanto richiede doti quali responsabilità, capacità e senso della missione affidata. Come dire: un villaggio non funziona se non facciamo tutti la nostra parte, prendendo seriamente i compiti che ci vengono affidati.
Cosolini ribadisce quanto sia importante che, come in ogni gioco che si rispetti, all’emozione vada affiancato l’equilibrio. “La missione del Capo del villaggio è una faticosa costruzione di equilibri” – spiega – in quanto, come figura, “deve avere contemporaneamente la capacità di ascoltare e conoscere i problemi e le esigenze di tutti e deve avere l’equilibrio di fare poi una scala delle priorità”.
A questa forma di equilibrio, sostenuta dalla sensibilità dell’ascolto di tutte le voci, è poi fondamentale aggiungere il coraggio, perché il Capo del villaggio deve avere la forza di saper spiegare le motivazioni che stanno alla base delle sue scelte in fatto di priorità. Il rischio, se non ci riesce, è quello di perdere la fiducia, che è la componente principale della relazione fra gli abitanti di qualunque villaggio e la figura che li guida.

Ascolto, attenzione, equilibrio, capacità di scegliere sulla base delle priorità e coraggio nel comunicare in modo trasparente i criteri di questa scelta: ecco le caratteristiche che fanno di un Capo del villaggio una guida utile per tutta la comunità.